Gemelli Calvetti nasce dalla stretta di mano di due fratelli che, non contenti di condividere
solamente la stanza, hanno scelto di stare fianco a fianco anche sul lavoro.
Gianluca, commerciante ortofrutticolo, e Roberto, produttore agricolo, scrivono una nuova
storia per la famiglia: è la prima generazione contadina revellese a portare il cognome
Calvetti. La Vision aziendale, infatti, è proprio quella di riqualificare l’idea di “contadino”,
troppo spesso affiancata a quella di semplice bracciante agricolo. Un contadino è colui dedito
al proprio territorio al punto di dedicare la sua vita alla cura della terra, e alla nascita dei suoi
frutti.
Quello che siamo oggi è il risultato di ciò che è stato ieri. Andrea del Ciabot era un ragazzo
vivace nato negli anni ‘30 in una cascina di Tetti Pertusio, una zona di agricoltori tra Saluzzo
e Revello. La sua vivacità si tramutò in ribellione quando all’età di vent’anni rifiutò la vita di
campagna per trasferirsi in città; lì realizzò i propri desideri e tutt’ora vive felice.
Roberto, vissuto nella stessa epoca di Andrea, divenne padre di una famiglia numerosa e
movimentata. Svolse per tutta la sua vita umili mansioni nel paese di nascita, Revello, ma
ebbe sempre il desiderio di lavorare la terra e vedere i suoi figli mettersi in proprio. Mancò
giovane prima di poter raccogliere i frutti dei suoi sacrifici.
Loro sono i nonni dei Gemelli Calvetti. Il Ciabot, che dava l’appellativo al nonno materno,
oggi ha ripreso a respirare e a vivere in una realtà fatta di gioventù e di colori. Del nonno
rimane la voglia di ribellione e la testardaggine, messa adesso al servizio di quella terra piena
di ricordi. L’aria aperta, il sole sulla schiena e il frutto nato da una seme riporteranno sempre
alla mente quel nonno paterno che i Gemelli non hanno mai conosciuto, ma a cui dedicano la
loro avventura da imprenditori.
Due cose contano nel loro mestiere: il colore e il sapore. Il colore rappresenta la forma, ciò
che attira il nostro sguardo e ci fa esprimere i primi giudizi, ciò che ci conquista o ci respinge.
Il sapore è la sostanza, la vera essenza del nostro lavoro, ciò che scopri solo quando puoi
andare oltre l’apparenza.